
Il futuro energetico dell’Italia passa dal nucleare
di Gilberto Pichetto Fratin
L’Italia si trova oggi davanti a una scelta strategica cruciale: garantire la sicurezza energetica del Paese, contenere i costi dell’energia per famiglie e imprese e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. In questo scenario, il nucleare rappresenta un tassello fondamentale del nostro futuro energetico. Sono convinto che a partire dai primi anni ’30 il nucleare sarà una realtà operativa anche in Italia. È un percorso che dobbiamo intraprendere con determinazione, ripartendo da una solida base normativa e industriale. Dopo oltre quarant’anni di assenza da questo settore, è necessario un piano strutturato che tenga conto di innovazione tecnologica, sostenibilità economica e consenso sociale.
L’Italia non può affrontare questa sfida da sola. In un contesto europeo in cui l’energia nucleare è già un pilastro della strategia energetica di molti Paesi, il nostro ritardo non è più sostenibile. La Francia, ad esempio, ha costruito la sua indipendenza energetica proprio grazie a una solida infrastruttura nucleare, garantendosi un’energia a basso costo e a bassa emissione di CO₂. La Germania, che ha scelto di dismettere il nucleare, si trova oggi in una situazione di maggiore vulnerabilità rispetto agli shock energetici. Il ritorno dell’Italia al nucleare non è solo una questione di sostenibilità ambientale, ma anche di competitività industriale e di sicurezza geopolitica.
L’Unione Europea sta riconoscendo sempre più il ruolo del nucleare nella transizione energetica, tanto che la tassonomia verde ha incluso questa fonte tra le tecnologie sostenibili. Le alleanze tra Paesi europei a favore dell’energia nucleare si stanno rafforzando, e l’Italia deve essere parte attiva di questo processo. Abbiamo già avviato il percorso normativo per il ritorno dell’energia nucleare in Italia. La legge delega approvata dal Consiglio dei Ministri costituirà il primo passo di un iter articolato. Questa legge definirà i pilastri per la reintroduzione dell’energia nucleare, con un quadro chiaro su autorizzazioni, regolamentazione e criteri di installazione.
Entro l’autunno, mi auguro che il provvedimento venga approvato, permettendoci poi di lavorare sui decreti attuativi. Saranno necessari 12 mesi per finalizzare le regolamentazioni su permitting, certificazioni, formazione del personale specializzato e individuazione delle migliori soluzioni tecnologiche. È un percorso che stiamo affrontando con pragmatismo, ponendo l’Italia nelle condizioni di adottare le migliori pratiche a livello internazionale.
Il rilancio del nucleare in Italia non può prescindere da una forte sinergia tra istituzioni, industria e ricerca. Stiamo assistendo alla nascita di alleanze strategiche che vedono protagoniste realtà d’eccellenza come l’ENEA, che da anni lavora sulle nuove frontiere della tecnologia nucleare, e la newco tra Enel, Ansaldo Nucleare e Leonardo, creata per sviluppare competenze industriali nel settore. Questa collaborazione rappresenta un passo decisivo per il posizionamento dell’Italia nel mercato internazionale dell’energia nucleare.
L’industria italiana ha già una forte esperienza nella componentistica avanzata per il nucleare, esportando tecnologia in diversi Paesi. Ora si tratta di fare un salto di qualità, puntando su una filiera nazionale in grado di progettare e realizzare impianti di nuova generazione. L’Italia oggi guarda al futuro del nucleare con un approccio innovativo. Non si tratta di tornare ai vecchi impianti, ma di puntare su tecnologie avanzate, sicure ed efficienti. In particolare, gli Small Modular Reactors (SMR) rappresentano una soluzione concreta: reattori compatti, più sicuri, con un ridotto impatto ambientale e integrabili con le altre fonti energetiche.
Il nostro Paese vanta eccellenze industriali nel settore: aziende italiane sono già coinvolte in progetti internazionali, contribuendo allo sviluppo di reattori di ultima generazione. Dobbiamo far crescere ulteriormente un sistema di competenze che è rimasto fermo per troppi anni. Per questo, investiremo nella formazione di ingegneri e tecnici specializzati, affinché l’Italia possa essere protagonista in questo settore. Il nucleare sarà parte di un mix energetico equilibrato e diversificato. Accanto alle fonti rinnovabili, che continueranno a crescere, avremo bisogno di una fonte stabile e programmabile come il nucleare per garantire continuità di approvvigionamento e stabilità della rete. Ma la transizione energetica non si può realizzare senza una visione pragmatica. Le sole rinnovabili non bastano: l’energia eolica e solare, pur essenziali, dipendono da fattori climatici e non offrono la costanza necessaria per un sistema industriale avanzato come quello italiano. Il nucleare, invece, garantisce energia pulita, senza emissioni di CO₂, e a costi stabili nel tempo.
Un altro aspetto cruciale riguarda la gestione delle scorie nucleari. Oggi in Italia produciamo già rifiuti a bassa e media intensità radioattiva, principalmente di origine medica, che necessitano di una gestione sicura e centralizzata. Il nostro obiettivo è individuare soluzioni che garantiscano sicurezza e sostenibilità, come già avviene nei Paesi che hanno una filiera nucleare consolidata. Per le scorie ad alta attività, la prospettiva è quella di collaborare con i partner europei e adottare soluzioni avanzate di stoccaggio e trattamento. Il nucleare è una tecnologia sicura e regolamentata da standard stringenti, e il nostro approccio sarà basato sulla massima trasparenza e sulla condivisione con i cittadini. Il ritorno del nucleare non è una questione ideologica, ma una necessità concreta per l’indipendenza energetica dell’Italia. La Francia, la Cina, gli Stati Uniti e altri Paesi stanno investendo massicciamente in questa tecnologia. Non possiamo restare indietro.
Oggi vedo una crescente responsabilità nel dibattito politico, anche tra le forze di opposizione. È un tema su cui dobbiamo lavorare con spirito di collaborazione, evitando pregiudizi e guardando ai dati e alla scienza. Mi auguro che il confronto in Parlamento possa migliorare ulteriormente il testo della legge delega e portare l’Italia verso un futuro energetico più sicuro, stabile e sostenibile.
L’energia nucleare di nuova generazione rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese. Abbiamo le competenze, le risorse e la volontà politica per farlo. A partire dai primi anni ’30 l’Italia tornerà ad avere il nucleare. Ne sono convinto.
Gilberto Pichetto Fratin è Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ed esponente di Forza Italia. Laureato in Economia e Commercio all’Università di Torino, ha esercitato come dottore commercialista e docente di ragioneria. Attivo in politica sin da giovane, ha ricoperto incarichi di amministrazione locale e regionale in Piemonte, entrando in Forza Italia nel 1995. È stato Senatore della Repubblica e, dal 2021, Viceministro dello Sviluppo Economico nel Governo Draghi. Il 22 ottobre 2022 ha giurato come Ministro nel Governo Meloni e, con il suo dicastero, è attualmente al lavoro per la reintroduzione dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale.
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