Connettere le comunità attraverso il territorio. Nasce “FILI”
di Andrea Gibelli
Il Gruppo FNM tra i suoi progetti annovera anche un programma ambizioso di rigenerazione urbana, denominato “Fili”, uno dei più importanti a livello europeo, con l’obiettivo di connettere territori, comunità, vocazioni differenti, lungo gli assi della mobilità ferroviaria, stazioni comprese. Un cambio di rotta senza precedenti in Italia perché parte dal presupposto che le reti del trasporto ferroviario possano fungere da attivatori del cambiamento, veri driver di trasformazione urbana. L’asse Milano-Malpensa, corridoio fondamentale per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026, si presenterà come una intera arteria di nuovi scenari urbani verdi, moderni e ad alta vivibilità, ideale e inedito viaggio nell’evoluzione tecnologica e biotecnologica delle stazioni di Milano Cadorna, Milano Bovisa, Saronno e Busto Arsizio e delle aree ad esse adiacenti, al centro di un intervento di oltre 188.000 metri quadrati e che arriverà a coinvolgere progetti per un totale di 2 milioni di metri quadrati all’interno della Lombardia. “Fili” comprende inoltre la piantumazione di migliaia di alberi, la creazione di una superstrada ciclabile di 54 km fra la stazione di Milano Cadorna e l’aeroporto di Malpensa.
La città, per come la conosciamo oggi, rappresenta la vera sfida di questo secolo: le sue condizioni di vivibilità, i nuovi modelli di infrastrutturazione e degli ambiti di conurbazione, le nuove esperienze partecipative per il coinvolgimento narrativo degli abitanti e – infine – lo sviluppo di capacità predittive di scenario per affrontare eventi traumatici e il consueto stress test quotidiano con l’impronta carbonica e ecologica, l’inquinamento, l’innalzamento delle temperature, le polveri, il rischio idraulico. La città è una palestra per le funzioni organizzative e predittive ma la vera sfida è dilatarla fino a comprenderne i territori circostanti, in un intreccio comunitario che la valorizzi a partire dalle identità. Con questo presupposto, la rigenerazione urbana ed extraurbana ha come obiettivo la ricostituzione di reti sociali ed ecologiche; non occupa solo spazi, ma rilegge e restituisce il passato a sé stesso. Provo a spiegare, in quest’ottica, la funzione del programma “Fili”, una delle più importanti sfide di rigenerazione urbana d’Europa che parte da Milano e termina a Malpensa, lungo una dorsale di 54 chilometri. Innanzitutto, è la prima volta che si parla di rigenerazione di spazi attivi, non di spazi abbandonati e semplici aree dismesse. L’innesco iniziale è rappresentato dai progetti di riqualificazione funzionale delle stazioni di Cadorna, Bovisa e di quelle di importanti città come Saronno e Busto Arsizio. Questi sono gli attivatori propulsori di una progettualità che parte dall’asset ferroviario e si trasferisce, lungo le tratte di collegamento, ai territori circostanti.
Veniamo alla seconda particolarità del programma: i fili di collegamento, che uniscono la reciprocità di storie locali, sono tre: la rete ferroviaria, una pista ciclabile senza precedenti, una riforestazione lineare che prevede la piantumazione di essenze autoctone con numeri davvero importanti.
Tutti e tre i fili del programma si intrecciano in continui snodi, con l’intento di generare una coscienza di luogo che miri a far conoscere e tutelare quei beni materiali e immateriali comuni che costituiscono i paesaggi rurali, quelli periurbani, le produzioni locali e le attività aggregative di qualsiasi entità e scopo. Quest’ultimo passaggio è per noi irrinunciabile, perché determina la vera novità, prima di tutto nell’approccio progettuale e nella ricaduta sociale: “Fili” rappresenta la ricerca di nuovi equilibri nell’uso degli spazi, nella loro rifunzionalizzazione e nella salvaguardia delle reti sociali locali. Nei fatti, una nuova antropizzazione che invita a ripensare il modello di civilizzazione urbana, a estendere la propria cittadinanza in modo lineare, verso una transizione che parta dalla dote infrastrutturale e sociale esistente, “il vero milieu da rilanciare”.
Al contempo, è valorizzazione del patrimonio paesaggistico e ambientale, razionalizzazione e ri-produzione degli spazi senza scarti o non luoghi. Il percorso della pista ciclabile è il filo rosso del programma “Fili”, il luogo generativo del legame con le nuove piantumazioni e con l’asta della ferrovia che favorisce i grandi progetti di architettura delle stazioni.
È la rete connettiva per l’organizzazione dei sistemi urbani.
La pista ciclabile attraversa ambiti densamente reticolari che necessitano di essere riscoperti, salvaguardati e uniti in una dimensione morfologica nuova, non più locale, bensì regionale.
Il risultato dovrà essere, secondo il nostro intento, l’individuazione di spazi di transizione per nuovi equilibri, per regionalizzare l’urbano fino a includere società temporanee.
È la logica per la quale, la pista ciclabile unirà, alle stazioni ferroviarie delle grandi città: piccoli borghi, parchi, oratori, brandelli di ferrovia dismessa, circoli locali, realtà di bottega e tutto ciò che compone il sedimento territoriale. Una ricucitura non più soltanto urbana ma estesa, tanto quanto la nostra capacità digitale di immaginare l’esperienza di vita (lavorativa, sociale, affettiva), fino a creare veri e propri statuti dei luoghi, altrimenti votati all’abbandono.
Il programma “Fili” è oltre.
Non riguarda la nozione di regione metropolitana e non richiama nemmeno il concetto di bioregione urbana. Considera i territori facenti parte di una mega city o città estesa lineare, continuamente conurbata da comunità, che raccordano le loro storie con quelle di altre, ugualmente importanti e dense di significato.
Ecco sì, il programma “Fili” rappresenta, in estrema sintesi, lo sforzo di ri-significare la città con un’ottica più allargata, con un migliore rapporto spazio-tempo, a partire dalla centralità della persona. Il tracciato del programma che corre lungo la direttrice Cadorna-Malpensa è un laboratorio importante ma in Lombardia ci sono almeno altre nove aste potenziali con la città di Milano, tra cui quella di Bergamo e Brescia con il resto della regione, sulle quali sperimentare questa visione.
Chi, se non la ferrovia, può rappresentare una efficace leva funzionale in tutto questo?
Se ci pensate, dopo quasi duecento anni di intensa attività, figlia delle due rivoluzioni industriali, la ferrovia restituisce, ricuce, tiene insieme le esigenze delle comunità con una visione di sintesi più unica che rara. E FNM, il principale Gruppo integrato nella mobilità sostenibile in Lombardia, che rappresenta il primo polo in Italia che unisce la gestione delle infrastrutture ferroviarie alla mobilità su gomma e alla gestione delle infrastrutture autostradali, intende reinterpretare il proprio ruolo storico proprio con questo programma. Siamo convinti che per riabilitare i luoghi occorra sì conoscere le fragilità dei territori ma soprattutto le loro potenzialità, rifunzionalizzarle, considerando le reti e recuperando i fili di un discorso interrotto.
Andrea Gibelli (1967) si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano. È attualmente Presidente esecutivo di FNM S.p.A. Sempre in FNM, da maggio 2015 a maggio 2018 ha ricoperto il ruolo di Presidente e Ceo. Nello stesso periodo è stato anche presidente di FerrovieNord. In precedenza, è stato Segretario Generale della Giunta di Regione Lombardia e Direttore Generale della Presidenza da marzo 2013 a maggio 2015. Dal 2010 al 2013 ha ricoperto l’incarico di vicepresidente e assessore alle Attività produttive di Regione Lombardia. Deputato alla Camera dal 2001 al 2010 e dal 1994 al 1996, è stato membro della Commissione per i Trasporti e le Telecomunicazioni, della Commissione Affari Generali e per le Attività Produttive. È stato membro del Cda di Cogeme Spa e di FNMA S.p.A. Da dicembre 2018 è presidente nazionale di ASSTRA (Associazione Trasporti), realtà che riunisce 142 imprese del settore. Da maggio 2020 è presidente di Confservizi, la Confederazione formata da ASSTRA e Utilitalia che raccoglie le imprese di servizi pubblici locali. Dal 13 maggio 2022 è membro dell’Advisory Board della Veneranda Fabbrica del Duomo.