
Scenario Italia, il Fondo Monetario Internazionale promuove i conti dell’Italia
La relazione dell’organismo internazionale riconosce i progressi dal punto di vista del deficit ma invita a maggiore attenzione su prospettive di crescita e riduzione del debito
Avanzo primario al tre per cento del Pil entro il 2027. Questo l’obiettivo delineato dal Fondo Monetario Internazionale per i conti italiani che, pur godendo di buona salute, necessitano di riforme strutturali per affrontare le difficoltà macroeconomiche nazionali e internazionali dei prossimi mesi. Pensioni, fisco e revisione del catasto sono i tre punti principali sui quali il Fondo ha chiesto di porre l’attenzione delle riforme durante il 2025. Il Fondo ha poi individuato nelle disuguaglianze strutturali del mondo del lavoro uno degli aspetti su cui puntare per rafforzare la crescita e favorire uno sviluppo omogeneo.
Cresce la fiducia delle imprese e famiglie. Nel mese di maggio le rilevazioni dell’Istat registrano un’inversione di rotta rispetto ai mesi precedenti in termini di fiducia per i consumatori (l’indice passa da 92,7 a 96,5) e per le imprese (da 91,6 a 93,1). Le famiglie guardano con ottimismo alla situazione economica generale, anche in seguito al rallentamento della politica dei dazi. A trainare la fiducia tra le imprese sono invece i settori dei servizi (l’indice cresce di circa tre punti) e del commercio al dettaglio. Solo nel settore delle costruzioni la fiducia è in calo, a causa di incertezze sui volumi di lavoro e il tasso di occupazione futuro.
Elon Musk annuncia l’addio al DOGE sui social. Il fondatore di Tesla ha annunciato la fine del suo incarico nel governo statunitense, ringraziando Trump e rilanciando la “missione Doge”. Intanto, torna virale sui social la foto di Trump durante la presentazione dei dazi, ma stavolta a rilanciarla sono i detrattori del presidente americano, che hanno reso virale online anche la sigla TACO – “Trump Always Chickens Out”. Il riferimento è ai presunti ripensamenti di Trump riguardo la politica dei dazi. I social media, intanto, sono diventati i principali testimoni della crisi umanitaria in Medio Oriente: da Rafah all’attacco alla scuola di Gaza, le immagini scuotono l’opinione pubblica.