Essere leader nel 2017: tre sfide per una mission vitale
In questi primi giorni del 2017 è bello riflettere sulle sfide che ci attendono nel nuovo anno, sia in ambito professionale sia nella vita privata. Questo vale soprattutto per chi siede ai vertici di una società: valutare la propria performance, inquadrare i margini di miglioramento e sentire il polso della situazione in azienda sono azioni utili per capire se si sta andando nella giusta direzione. Una domanda provocatoria: che cosa vuol dire essere leader nell’era del digitale? Un tema che, non a caso, un colosso della consulenza come McKinsey ha messo spesso al centro delle sue analisi nel corso del 2016.
Tecnologia da gestire. In una chiacchierata organizzata da McKinsey tra l’amministratore delegato del network Bloomberg Peter Grauer e Nadir Mohamed, già ad di Rogers Communications, è emerso come la tecnologia abbia avuto ricadute decisive sul modo stesso di concepire la vita aziendale. Governare un’organizzazione, nel 2017, richiede indubbiamente la capacità di cogliere appieno come si sono trasformati i luoghi e i processi che contraddistinguono la nostra azienda. Proprio un settore come quello dei media, per esempio, ha dovuto reagire in fretta all’avvento del digitale, che ha modificato radicalmente le modalità di fruizione dell’informazione e trasformato la professione giornalistica.
Modello di industria 4.0. Nelle parole di Grauer, Bloomberg è stata negli ultimi otto anni al centro di un profondo processo di ristrutturazione, che ne ha cambiato il volto senza per questo intaccarne l’autorevolezza di punto di riferimento per la comunità economico-finanziaria globale. Pensiamo a quanto avverrà a livello aziendale nei prossimi anni sull’onda dell’impegnativa transizione verso il modello di Industria 4.0: un cambiamento di cui ogni manager deve essere consapevole per essere un’autentica guida.
Il cambiamento tecnologico è, nella visione di Mohamed di Rogers Communications, soprattutto una fonte di rottura, trasformazione e riconfigurazione. Quando si decide di affrontare un passo in avanti nella direzione di un nuovo paradigma, bisognerebbe aver chiaro sin dall’inizio che niente sarà più come prima. Condivido il fatto che la vera sfida per un leader di azienda non è tanto affrontare tutti gli aspetti teorici legati a questo tipo di transizione, visto che saranno altre le figure apicali che verranno incaricate di gestirne l’implementazione.
Sempre interconnessi col mondo. L’amministratore delegato ha invece la missione di mettere a punto in modo consequenziale la macchina organizzativa al centro della trasformazione. Comprendere come assumere le decisioni più efficaci per l’azienda comporta anche una rilettura del proprio ruolo. Il Ceo di oggi è continuamente interconnesso con il mondo, investito da informazioni contrastanti, sottoposto alla pressione di rapidissimi cambiamenti di scenario, spesso in viaggio da una parte all’altra del globo.
Guai ad agire in solitudine. Pensare di poter gestire tutto in totale solitudine non è solo sconsigliabile, ma potenzialmente pericoloso. Ecco dunque un’altra grande lezione utile, a tutti i livelli: circondarsi di validi collaboratori, delegare in modo intelligente, creare intorno a sé un clima di collaborazione che permetta al team di lavorare anche in autonomia, se necessario. I ritmi odierni richiedono risposte immediate, che solo un eccellente lavoro di squadra può garantire.
Non farei questo lavoro se non credessi fortemente in un’altra insopprimibile esigenza, da organizzare sempre con visione strategica: quella di comunicare adeguatamente. Anche il cambiamento legato alle innovazioni tecnologiche rischia infatti di essere subito senza coglierne del tutto le potenzialità. D’altronde, gran parte delle risorse della nostra azienda saranno talmente assorbite dalle attività quotidiane da non avere il tempo necessario per metabolizzare la transizione in corso e non tendere a considerarla una minaccia alla propria posizione lavorativa.
Interprete delle decisioni. Per questo è fondamentale scegliere il modo migliore di raccontare ciò che sta accadendo, sensibilizzare in merito all’importanza di reagire alle sfide della contemporaneità, dipingere il futuro del proprio settore come un mix di rischi e di opportunità. Un leader serve anche a questo: non solo ad assumere decisioni, ma anche a farsi interprete di ciò che tali decisioni significano per il micro cosmo aziendale in cui verranno realizzate.
Futuro in ridefinizione. Essere leader nel 2017, un anno in cui sarà ancora più evidente che il futuro è in continua ridefinizione e il presente cambia a ritmo accelerato, richiede perciò tre passaggi fondamentali per chi è al vertice di un’azienda. Inquadrare cosa sta cambiando, circondarsi delle risorse giuste per prepararsi ai nuovi scenari, identificare la chiave di lettura più efficace per raccontare ciò che sta avvenendo, sia agli stakeholder interni sia a quelli esterni. La comunicazione continua dunque a essere vitale. E questa non è certo una novità.